La malattia è un modo per ritrovare l’equilibrio, una compensazione del nostro corpo per riportare tutto il “sistema” in equilibrio.
Quando non diciamo ciò che pensiamo, quando non esprimiamo ad alta voce ciò che sentiamo, quando non facciamo ciò che vogliamo, che desideriamo, ecco che si crea uno squilibrio dentro di noi.
Si crea un conflitto tra ciò che è dentro e ciò che vediamo e viviamo come esterno a noi, il mondo fuori di noi, e quindi si attiva un processo intelligente nel nostro corpo, si crea una “soluzione” a quel conflitto per riuscire a tornare allo stato di benessere e di salute, non solo fisica, ma anche mentale ed emozionale.
Ciò che vediamo nel corpo è solo il risultato finale di un conflitto che è nato più in profondità e nel momento in cui lo vediamo realmente è già in fase risolutiva.
Il problema è che per la “cultura” occidentale la malattia è qualcosa da combattere ed estirpare e quindi si va ad agire su quella che è già una soluzione che si sta risolvendo da sola, quindi bene che va il processo di autoguarigione insito in noi ritrova l’equilibrio nonostante medicine o addirittura operazioni.
Il problema è che il sintomo non è un problema e se invece di continuare a scavare sempre più in profondità facendosi rivoltare come un calzino arrivassimo al punto di accettare ciò che ci sta succedendo per quello che è: una soluzione ad un conflitto che noi stesso abbiamo creato e facessimo tesoro del messaggio che ci porta, allora semplicemente il sintomo sparirebbe, nei tempi previsti e lasciandoci solo la consapevolezza di quanto non ascoltarci, non parlare, non agire, non esprimere le proprie emozioni ci faccia male.
Nel momento in cui capisco che tutto ciò che si manifesta come malattia non è altro che il tentativo di riparare ad uno squilibrio che io stessa ho creato, lascio che l’autoguarigione si attivi e nel frattempo cerco di capire cosa ho fatto o non fatto per arrivare dove sono.
Comprendere che ci viene mal di pancia perché stiamo metabolizzando un’emozione non espressa non farà sparire il sintomo all’istante, ma sicuramente mi metterà nello stato di accettazione e comprensione e quindi lascerò che questa fantastica macchina biologica faccia da sola ciò che deve fare per proseguire nello scioglimento del conflitto.
Siamo noi a decidere il cuore come deve battere? Siamo noi a decidere i processi digestivi e comandare i polmoni di respirare? No.
E allora perché ci arroghiamo il diritto di voler interrompere il processo di risoluzione di un conflitto a modo nostro?
Perché cerchiamo di interferire con questi processi attraverso pillole chimiche o rimedi naturali?
Immaginate un incendio in una casa, arrivano i pompieri per spegnerlo, nel frattempo arrivano degli alieni che vedono i pompieri ed il fuoco e credendo che siano i pompieri la causa del fuoco li uccidono, il fuoco si sarà spento?
Ecco: sostituite pompieri con batteri e cominciate a buttar via il cassetto dei medicinali 😉
Non voglio condurvi tutti all’anarchia, riconosco che la medicina ufficiale ha fatto progressi nei secoli e che ognuno ha il libero arbitrio di fare le scelte che vuole, voglio solo rendervi partecipi del mio personale approccio alla malattia e voglio solo essere una delle tante voci fuori dal coro che insinua il dubbio e spinge a ragionare con la propria testa.
Non è umano “cercare” senza sintomi, non è umano dar contro alle malattie senza considerare la persona come un essere unico dotato di pensieri ed emozioni, non è umano aver bisogno di una pillola per dormire, una per andare al bagno, una per bloccare il troppo andare in bagno etc etc, non è umano pensare di sostituire e comprendere tutti i meccanismi di una macchina biologica che ha milioni di anni di evoluzione.
Se consideriamo da quante centinaia di anni siamo qui, in questa forma, non possiamo accettare ad occhi chiusi che la scienza di questi ultimi anni sia perfetta, basta pensare che una volta si usavano veleni in medicina che oggi sarebbero impensabili…
Vogliamo fare la stessa fine? Vogliamo farci deridere da chi verrà dopo di noi perché ci affidiamo ciecamente a cure e controlli sempre più invasivi?
O forse sarebbe meglio prenderci la nostra responsabilità di ciò che ci accade, il nemico non è lì fuori e non è “colpa” di qualcosa di esterno a noi che ci si ammala, non ci si ammala per sfiga o per casualità.
La reazione potrebbe essere un rifiuto totale di ciò che dico o un darsi la colpa e quindi peggiorare la situazione punendosi, non è neanche questa la soluzione.
La soluzione è prendersi la responsabilità, accettarsi così come si è ed accettare e comprendere che quella malattia è la cosa migliore che ci potesse capitare perchè ci dà l’opportunità di cambiare, di prendere in mano le redini della nostra vita ed andare a vedere lì dove non esprimo le mie emozioni, non mi comporto come vorrei e non dico ciò che penso realmente.
La malattia è ciò che ci ha permesso di salvarci, ci ha permesso di superare un conflitto, una situazione che non andava, quindi va anche ringraziata perchè senza di essa non saremmo usciti da quel conflitto e chissà che poteva andare anche peggio.
Noi siamo qui, Anime immortali, per fare esperienza, per provare cosa significa sperimentare la limitatezza del tempo, per sapere cosa si prova ad Amare e per comprendere ed affrontare la paura.
Se tutto fila liscio, se continuo a non dire e non fare cosa avrò imparato?
Se vengo assorbito completamente dalla vita quotidiana cosa avrò imparato?
Si inizia a riavvicinarsi al proprio vero sé quando le certezze fuori cominciano a cadere, quando si esce dalla routine ed è lì che smettiamo di comportarci come robot e cominciamo ad Ascoltarci di nuovo.
Quando c’è una malattia o anche in altre situazioni in cui si perde “la carota da seguire per continuare a tirare il carretto” ci si ferma e si comincia veramente a capire cosa è importante per noi e cosa non lo è, ci si ferma a pensare al tempo sprecato dietro futili litigi o trascinati da emozioni di bassa vibrazione e nel momento in cui si capisce che la crisi in realtà è un punto di partenza allora la malattia o qualsiasi altra situazione avranno realizzato il loro scopo e non avranno più un’accezione negativa, saranno solo dei punti di consapevolezza che hanno illuminato il sentiero che percorriamo.
Vi auguro e mi auguro di esprimere tutte le emozioni, parlare dei propri pensieri e fare ciò che si vuole, ciò che si desidera.
Con Amore <3
Mary